Luci e ombre

 

Non lasciare Signore

che l’ombra pesi

più della luce.

 

Rendi leggero il passo

Arioso il volo

 

Come di farfalla

Tra colori.

 

Silvana Dal Cero


IL NATALE DI ELI – I cieli immensi narrano



A Eli piaceva osservare il cielo di sera, prima di andare a letto. Aveva un debole per
la luna. Osservava le fasi, sapeva quando cresceva, quando calava... gobba a ponente
luna crescente, gobba a levante, luna calante.

Le era simpatica soprattutto quando la vedeva piena, tonda come il pallone con cui
giocava. La sua luce entrava dalla finestra arrivando coi raggi al suo letto e le faceva
compagnia.

Coi genitori faceva lunghe passeggiate, anche di sera e loro raccontavano di pianeti e
galassie e di stelle. La mamma aveva detto che nel firmamento stavano “ milioni,
milioni e milioni di stelle”. Erano quelle piccole luci intermittenti che sembravano
fare l’occhiolino quando le guardavi. Avevano tutte un nome. Proprio come le
persone.

Alcune preferivano vivere sole, altre invece amavano stare in compagnia. Formavano
gruppi luminosi, quasi classi di scuola: le costellazioni. Sera dopo sera Eli osservava
attenta questo mondo buio e così pieno di luci:

Orione, Il piccolo e Grande Carro, i Gemelli, il Toro,…Erano proprio tante. Chissà se
avrebbe imparato a conoscerle tutte.

Una sera stava sul prato di casa quando sentì un bisbiglio provenire dal cielo. Tese
l’orecchio: era davvero strano ma … le stelle quella notte si parlavano!

“Mamma , papà, venite! …Venite! Ascoltate le stelle!”.

I genitori uscirono in giardino curiosi e un po' dubbiosi. Quando mai stelle o pianeti
avevano parlato? E in che lingua poi? Si misero in ascolto per scherzo, più che altro
per accontentare Eli. Sapevano che era una ragazzina piena di fantasia e di certo
anche stavolta si era inventata qualche stramberia.

Invece no! Aveva ragione! Era proprio vero! Nell’aria pungente di dicembre
vagavano suoni mai sentiti prima. Subito non si riusciva a distinguere se erano voci o
rumori. Poi, tendendo bene l’orecchio, cominciarono a comprendere i discorsi che
in quella notte giravano per il cielo.

“ Che dici Vega? Hai tenuto conto dei giorni? Quando apparirà Cometa?”

“ Auriga, da dove arriverà Cometa? Il cielo è così grande… mi vengono le vertigini a
girare la testa di continuo. Non so dove guardare”.

“ Sirio, tu che conosci Cometa, dai, dicci. Che storie ti racconta?”.


“ Cosa succederà quando arriverà Cometa?”.

Vega e Sirio erano stelle importanti. Tra le più brillanti. Sirio poi era la più

luminosa, splendeva bianca nell'aria limpida.

Auriga una costellazione, detta cocchiere e dunque guida.

Il brusio di voci più forte e vivace proveniva da un angolo di cielo dove, osservando
con attenzione, appariva un gruppetto luminoso di stelle. Simili a coriandoli soffiati
dal vento. Vivaci e briose, guizzavano curiose, chiacchieravano, si urtavano. Uno
spasso guardarle, difficile controllarle, soprattutto rispondere alle continue
domande.

Si chiamavano Pleiadi. Praticamente era un asilo di giovani stelle. Come i ragazzi ,
anch’esse stavano insieme nella loro “ aula celeste”.

Sirio cominciò a narrare. Con le Pleiadi, quella notte, c’era qualcun altro che
ascoltava: Eli con i genitori.

“ Ogni anno, in una notte di dicembre, sulla Terra nasce un Bambino speciale: Gesù.
Solo Cometa conosce il luogo, il giorno e l’ora della sua nascita. Lei è la Regina del
firmamento. Vive nella lontana nube di Oort, circondata da milioni di stelle –
damigelle. Un giorno saranno loro stesse comete. Avanza con l’immensa chioma e la
lunga coda. Lei è la Guida. Quando appare l’intero universo sa che nascerà Gesù.
Seguendola si arriva alla Capanna, dove Gesù appare. “

“ Anche noi, anche noi!!! esclamarono in coro le Pleiadi.

“ Purtroppo non è tutto così semplice” proseguì con aria un po' triste Sirio. “ Non tutti
possono vederla. Sapete perché? Perchè Cometa ha un nemico, geloso della sua
bellezza e del suo successo. Così ogni anno, quando lei si avvicina alla Terra, le
tende una trappola.”

“ Chi è? “ chiese a gran voce il rosso Marte.

Sirio riprese:

“ Il suo nome è ONGAR NEBULA. Col solo pensiero crea ragnatele invisibili , le
stende nel firmamento e chi vi si impiglia, stella o pianeta o cometa, diventa
invisibile fino a sparire. Tanto Cometa è buona, tanto Ongar Nebula è cattivo. E
furbo. Difficile vincerlo perché le sue armi sono davvero speciali. Cometa sa che se
attraversa le sue ragnatele non solo diventa invisibile ma si spegne del tutto.


Perchè dovete sapere che questi fili aderiscono al suo corpo e imprigionandola ne
assorbono l' energia. Energia che ricarica Ongar Nebula che in questo modo diventa
sempre più grande e forte.”

“ Io voglio aiutare Cometa “ esclamò a gran voce Giove, il gigante.

“ Io ho paura ! Non voglio più girare per il cielo! E se casco dentro le sue ragnatele?
Come faccio? ” esclamò Stellina accompagnata dal coro spaventato delle Pleiadi.

A dire il vero, sulla Terra anche Eli rabbrividì e così pure i genitori che stavano con
lei. E ve lo assicuro ragazzi: non era un tremito di freddo. Era il brivido che prende il
cuore e lo stringe. Era paura.

Sirio riprese il racconto:

“Sì, è vero, bisogna stare molto attenti a non inciampare nei suoi tranelli. Perchè
aspirando energia da ciò che lo circonda rende tutto oscuro: spariscono i sorrisi, la
gioia, scoppiano liti e guerre. La sua azione malvagia incupisce il mondo.

Ma anche Ongar Nebula ha le sue paure. Una grande gli viene quando arriva Cometa.
Lui sa che chi ne vede la luce diventa insensibile alle sue trappole e sa poi trovare la
strada che porta alla Capanna. Può così assistere alla nascita di Gesù. Per ogni
persona che vede Cometa , Ongar Nebula perde energia e si indebolisce. Vi ho detto
infatti che lui vive della energia che ruba agli altri. Da molti anni sta perdendo
potere, lui lo sente. Per questo diventa sempre più imprevedibile e cattivo. Sa che la
sua fine si avvicina di anno in anno.”

“ E noi ? Potremo vedere Cometa e seguirla fino alla Capanna? Anche noi vogliamo
vedere il Bambino “ esclamarono le Pleiadi.

“ Come possiamo fermare Ongar Nebula?” chiesero i Gemelli un po' spavaldi.

Sospirando Sirio riprese.

“ Oh! Beh! Se è per questo, Cometa è brava! Si fa sempre più grande e luminosa in
quelle notti, proprio per mostrarsi a tutti. Tuttavia le ragnatele oscure di Ongar
Nebula impediscono a qualcuno di vederla e così perde l'appuntamento di Natale.
Quando succede Ongar Nebula ride a creapelle. Anche noi possiamo sentirlo in certe
notti. La sua risata sembra un rombo di tuono e l'eco la diffonde ovunque. E proprio
in quei momenti Cometa piange. Chi osserva il firmamento vede allora cadere una
pioggia luminosa e pensa “ Quante stelle cadenti! Che belle! “ E non sa che quelle
gocce luminose sono lacrime di Cometa.


“ Io voglio vedere Cometa non le sue lacrime” esclamò Stellina col labbro tremante
pronto al pianto.

“Io voglio combattere Ongar Nebula ” esclamò Auriga con tono deciso .

Si intromisero nel discorso tanti altri, stelle e pianeti, dichiarandosi pronti al
combattimento.

Sirio carezzando Stellina intervenne:

“ Calma calma. Già ci pensa Cometa a vincere le trappole del malvagio Ongar.
Quest'anno sarà più luminosa del solito, grande quanto la Luna. Però è vero. Non
basta. Noi dobbiamo darle una mano. Grandi e piccoli. Anche voi Pleiadi.

Io so come fare. Ascoltatemi bene. Non è necessario essere soldati, o essere forzuti.
La sola vera arma che Ongar Nebula teme è il Canto dell'Universo.”

I più scalmanati del gruppo ci rimasero un po' male:

“ Ongar vinto col canto?”

Pareva troppo semplice e banale. Loro già pensavano a qualche bella rissa, qualche
colpo di Karate per stendere l'invincibile Ongar.

Ma le loro fantasie vennero subito cancellate dalle parole di Sirio:

“ Avete capito bene. Il Canto dell'Universo è l'arma che sconfigge Ongar Nebula.
Perciò noi , subito, da questa notte, apriremo una scuola di musica. Ogni stella, come
in un gioco a staffetta, affiderà ad un’altra stella lo stesso annuncio. Dall’alba al
tramonto, dalla sera al mattino, l’intero mondo vibrerà al suono della stessa musica,
dell' unico canto: “Pace!”.

Questa parola, cantata in ogni angolo dell'Universo, dissolve le invisibili ragnatele di
Ongar Nebula. Lui ha terrore di udire questa parola magica: PACE. Sa che nessun
cuore resiste al suo richiamo, che si spalancherà come una cassaforte. E in quel
preciso momento cadrà il velo che oscurava Cometa ed essa brillerà in tutto il suo
splendore. Tutti allora potranno seguirla e arrivare al Bambino. E Ongar Nebula
sparirà per sempre.”

“ OH!” coretto delle Pleiadi rimaste a bocca aperta.

“Quindi -concluse Sirio -diamoci da fare senza perdere un attimo e cominciamo la
lezione di canto”.


Eli, che aveva trattenuto il respiro per tutto il tempo, aprì i polmoni per cantare a
squarciagola. Aveva capito bene che anche lei avrebbe potuto partecipare alla grande
battaglia e aiutare Cometa.

Il giorno dopo, ancora elettrizzata per l'accaduto, raccontò ai compagni di scuola e
alla maestra la incredibile storia udita quella notte. Invitò tutti a seguire con grande
impegno il coro delle stelle, a cantare insieme. Era necessario che il mondo intero
risuonasse di quell'unico canto. E tutti avrebbero visto Cometa.

La proposta di Eli venne accolta con entusiasmo. Un passaparola veloce si diffuse in
ogni angolo della città e nei paesi vicini, contagiando persone e luoghi via via più
lontani. Sera dopo sera, sempre più persone si unirono a quel canto che prometteva
vittoria nella battaglia tra Ongar Nebula e Cometa. Ragazzi, genitori, nonni, amici
uscivano di sera per ascoltare nel silenzio il Canto dell'Universo e impararlo. Perfino
animali e piante si unirono a quella moltitudine e il canto si diffuse dal cielo alla
Terra tutta.

Finché una notte, maestosa, comparve, Cometa. Era grande come la luna. Impossibile
non vederla .

Che strano! Cometa stava entrando nella sua casa! Ma no! Scendeva sulla Terra.
Entrava in tante altre case! In ogni casa. In tanti paesi. Dappertutto .

Ma che succedeva? C’era festa sulle strade, un fiume di gente. Si salutava, sorrideva,
si dava la mano.

Era nato il Bambino e tutti, ma proprio tutti, quella notte lo avevano visto.

E PACE era scesa sulla Terra.



Silvana Dal Cero – lunedì 8 settembre 2014



- ALI - 1° Premio - CONCORSO PAROLE IN VOLO

 

ALI

 

 

Non so dove tu sia

Dove posi lo sguardo

A chi doni la tua voce.

 

Il vento mi sarà amico

Ti porterà parole

Che io gli affido

 

Cadranno sul tuo volto

Sciogliendo un silenzio

Che da troppo tace.

 

Mi ritorneranno

echi risvegliati

ricordi ora solo pensati.

 

 

 

Silvana Dal Cero

info@marchesaneinfesta.it

 

E’ Natale

 

Che luce stanotte!

 

Non e’ di lampione

o di vetrine addobbate.

 

E’ luce che vien di lontano

e riscalda.

 

Non e’ sole o stella radiante

il nucleo - fucina di tanto fulgore.

 

E’ il tuo cuore.

 

 

 

Sto aspettando il Bambino

annunciato da voci

di  angeli e profeti.

 

Chissà se troverà la strada

Tra questi uomini

Che han fatto loro Dio

Infinità di idoli.

 

Che son saliti in trono

Annunciando di essere

Loro

Il Creatore.

 

Troverà questo bimbo un angolo

ove irrobustire il cuore

per affrontare la Croce?

 

Il passo e l´orma - Silvana Dal Cero

Cari amissimondoveneto

amanti del buon scrivere,

amici della poesia: ciao!

 

10 Euro…

10 simbolici Euro solo per i costi vivi di un libro!

Un libro vivo, un libro vero.

Un libro che vi fará camminare!

Il passo e l’orma

Ogni passo lascia il segno.

Ogni verso tocca il cuore.

Ogni riga fa pensare.

Ogni rima un sentimento.

 

Poche!

Poche parole usa SILVANA DAL CERO

di Bassano del Grappa,

per esprimere ciò che vuole dire.

Tutte azzeccate.

Nessun dispendio di energie né di colori!

Pennellate che sono carezze.

Pennellate che esprimono musica.

Pennellate che vorresti essere capaci di ripetere voi stessi.

 

Cari amici

Amissimondoveneto

non voglio vendere un libro

né voglio che lo comperaste

ma vorrei tanto che, come me,

abbiate un nuovo amico vicino a voi!

 

Un amico sincero, pronto e disponibile ad ogni istante.

Un amico da sfogliare,

un amico da gustare,

un amico che vi segua

passo dopo passo

lasciando in voi la sua orma:

 

Il passo e l’orma

 

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Ma, volendo, potete scrivere anche a noi:

amissi-mondo-veneto@hotmail.it

El fogo

 

 

Na fiama che bala e se move.

On caldo che vive e che sluxe.

Xè come se in caxa ghe fuse la xènte

No conta che le stànse le sìa oramai ùde.

 

Le léngoe de fogo

le va su e xò

andando de paso col respiro del vento

 

come se la bufera

che fora la sùpia

la fuse vegnù a dismisiàre pensieri

 

a gratàr sòto le brònse

par védare se ghè ancora calcòsa

che speta de esar bruxà.

 

 

23 ottobre 2007

Par more e fragole de bosco

 

Te senti rento on grumo duro.

Xé la to cosiensa

che te dìxe de stare forte.

Ma no xe pò cusì vero.

 

El core el vo£e la so parte.

El gà bixògno de na carésa

On bàxo

de na paro£a dita sensa paro£e .

 

E lora te te senti come na toxatè£a

Che a primavera la va in giro

A sercàr fruti de bosco

Co la voja de cantar che salta fora .

 

El paso lèsto ,

léxiero e forte

El canto che se slarga tuto intorno

El cielo lè de on co£or axùro

 

Cusì forte

Che fa parfin male

star lì

a vàrdarlo.

Sòra sta tera…

 

Raìxe fonde

E rami grandi e fisi

Cusì la vita mìa

Vurìa che fuse.

Come pianta che la sa

‘ndo che lè nata

e ‘ndo che la sta

Che no teme culpi de bora

Che la tien conpagnìa

E la dà unbrìa

‘ndo che i oxèi

i càta el pòsto par on gnàro.

Che la vive le so stajon

Co xlàncio e co pasìon.

Caxa de coluri e fiuri

co tanto verde rènto

Linfa che scòre e no se pèrde mai

Ancò àlbaro che regala

Doman ramo par el fògo.

Mai pasà par gnente

Sòra sta tera.